mercoledì 1 agosto 2012

Libri giudicati dalla copertina


Qui sotto, un angolo della stanza dove ho disegnato buona parte delle pagine
di Goodbye Bukowski. Ora non abito più in quella casa.


Questa foto vira prepotentemente sull' azzurro, ma solo perchè è stata
fatta con una macchinetta da due soldi. La vera luce era calda, incandescente.
Detto questo, con Goodbye Bukowski ho sentito il bisogno di disegnare il più
possibile alla luce del sole, tipo in primavera e in estate.


All' inizio è un po' dura, perchè col sole diretto il colore bianco
del foglio contrasta in modo pazzesco e gli occhi non sono
pronti, ma dopo 2 giorni al massimo si abituano. 
Poi non potrete più farne senza, crea dipendenza.


Inoltre, potrete abbronzarvi disegnando, e allo stesso tempo far
credere ai vostri amici che siete stati al mare. Questo è molto utile.


Un altro esperimento può essere quello di disegnare in una stanza del tutto
scarna, svuotata.  Riduciamo gli elementi intorno a noi, un gran salto verso
l'essenziale :  il sole, tu, una sedia, un tavolo, un foglio, una penna. Fine.
Il resto non ti serve. Almeno per qualche ora. Respiri e disegni.


La stanza con il casino vero, piena di libri fumetti poster dischi 
foto eccetera, si trovava due stanze più in là. 
Spesso disegnando Bukowski ascoltavo una canzone dei Soft Machine
che si chiama Panoramania. Quella musica, la luce del sole, il caldo,
tutto serviva a darmi l'impressione di essere in California.


La strabordante California fa da sfondo in un bellissimo romanzo che
Bukowski amava molto, cioè "Chiedi alla polvere" di John Fante.


Ma di cosa parla questo libro?


La storia di un uomo farfalla che ama le macchine da scrivere americane ?



La storia di un tappezziere che scrive nel tempo libero i suoi romanzi 
stando sdraiato sui suoi grigi tappeti?


La storia di una ragazzina che scrive le sue timide poesie in un taccuino vintage ?




La storia di una palma che nessuno poteva abbattere 
per via di un vincolo testamentale ?

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